Marco Ambrosino, procidano, classe 1984. Inizi al Melograno di Ischia, stage al Noma di Renè Redzepi.
Il suo estro e la sua creatività trovano libera espressione al 28 Posti (MI), dove l’esperienza nordica incontra il mediterraneo. La stagionalità è l’ingrediente fondamentale, il menù varia ogni due mesi, la genialità è una costante. (Leggi di più)
Il ricordo d’infanzia, legato al cibo, al quale sei più affezionato?
I carciofi “indorati e fritti” di mia nonna materna. Era sempre festa quando erano a tavola (e spesso a tavola non riuscivano ad arrivare).
Quale piatto ti rappresenta di più e perché.
La “Chiajozza” (crudo di canocchie, cavolo cappuccio, olio al pino marittimo, gelato di ricci di mare) è sicuramente un piatto che mi racconta e racconta le mie origini. È una cartolina dei luoghi dei miei anni a Procida.
Descrivi la tua idea di cucina usando tre aggettivi.
Mediterranea, contemporanea, interlocutoria.
L’ingrediente che più amo usare è…
Pari merito tra pomodoro e limone.
Un segreto/consiglio in cucina che ti va di condividere con noi.
Quando penso al segreto di una grande cucina il pensiero va diretto alla squadra: senza persone appassionate e partecipi non è possibile fare grandi piatti.
Quale esperienza lavorativa ha influenzato di più la tua cucina?
Tutte. Ogni esperienza mi ha dato tanto: il Melograno mi ha fatto conoscere la grande cucina e le materie prime, il Noma mi ha dato il relativismo necessario per approcciarsi ai prodotti senza preconcetti, gli anni passati nei ristoranti di Procida sono stati una grande palestra.
Qual è il tuo piatto preferito?
Insalata di pomodori.
Nella tua cucina non deve mai mancare…
La musica.
Carbonara: sei del “team pancetta” o del “team guanciale”?
Guanciale.
Tre ristoranti nei quali dobbiamo assolutamente mangiare.
. Lido 84
. Ristorante Uliassi
. Mimì alla ferrovia (Napoli)
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