Gianni Dezio, classe 1986. Dal 2014 chef del ristorante Tosto ad Atri (TE). Italiano, venezuelano. Contaminato, contaminatore.
Riscopre le sue origini nel cibo, reinventa la tradizione grazie alla sua visione internazionale. La formazione da Niko Romito, evidente nella sua continua ricerca, era l’ingrediente che mancava a questo spirito eclettico e visionario per consegnare al mondo della ristorazione uno chef strepitoso! (Leggi di più)
Qual è il ricordo d’infanzia, legato al cibo, al quale sei più affezionato?
Avevo 6 anni, ricordo la prima volta che provai a fare delle frittelle. Un disastro!
Quale piatto ti rappresenta di più e perché.
In questa fase di esplorazione del territorio atriano probabilmente la “Terra Dei Calanchi”.
Descrivi la tua idea di cucina usando tre aggettivi.
Tosta e gentile, aspetta ne manca uno: sincera!
L’ingrediente che più amo usare è…
Limone.
Un segreto/consiglio in cucina che ti va di condividere con noi.
Usate il limone!
Quale esperienza lavorativa ha influenzato di più la tua cucina?
Ovviamente quella fatta con Niko Romito. Dall’accademia ai piccoli stage al Reale.
Qual è il tuo piatto preferito?
I primi al forno, fumanti, quasi incandescenti.
Nella tua cucina non deve mai mancare…
La voglia di migliorare (e il limone)
Carbonara: sei del “team pancetta” o del “team guanciale”?
Guanciale ma soprattutto del team cacio e pepe…
Tre ristoranti nei quali dobbiamo assolutamente mangiare.
. Reale (Castel di Sangro, Abruzzo)
. Mugaritz (San Sebastian, España)
. Tutte le trattorie italiane, quelle vere, dove usano ancora le mani e il cuore
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